SANTITÀ, MATRIMONIO E FAMIGLIA

Don Franco Cardani consigliere spirituale dell’Associazione

Io mi presento in ginocchio, perché sono veramente infedele a questo compito così alto, di consigliere spirituale, che mi è stato dato e che io non hodonfrancocardani sviluppato bene, sia pure con molta nostalgia. Per me è un momento molto difficile dal punto di vista ecclesiale (due trasferimenti in poco tempo, ndr), per cui sono rimasto sempre assente, non dal pensiero, dal desiderio, dalla gioia di questo incontro, ma dalla collaborazione effettiva. Oggi ho potuto fare uno strappo alla mia realtà e sono venuto, perché più che un dovere era un desiderio. Esprimo solo un pensiero; poi, nell’omelia della Messa, ne dirò un altro.

I santi ci commuovono sempre. Potremmo dire che la santità è il senso della creazione, il senso della vita. Dio non ha creato le cose perché siano incomplete, imperfette, segnate dal male. Le ha create perfette; è il peccato che le ha corrotte. Quindi la santità è certamente il senso della creazione, l’obiettivo del disegno di Dio e quindi la vocazione di tutti noi. Ma non tutti viviamo questa vocazione. Molti sono i santi nella Chiesa, e oggi possiamo dire che abbiamo bisogno dei santi; l’unica speranza del mondo è la santità; sono i santi che cambiano il mondo; non i poeti, non i filosofi, non i teologi, non gli artisti, non i pragmatisti, non i politici. La qualità che cambia il mondo e lo conforma al disegno di Dio è la santità. Quindi tutti noi siamo invitati a puntare alla santità

In Anna Maria c’è una santità, secondo me particolarmente significativa: una santità che si traduce concretamente, fattivamente, insistentemente nel suo vissuto individuale, ma incarnato in un vissuto familiare. E oggi, che la Chiesa insiste molto sulla pastorale della famiglia e sulla santità della famiglia, questo carisma di una santità così incarnata nell’amore coniugale, nell’amore familiare, nell’amore materno, diventa una profezia: per la Chiesa, per il mondo, per tutti noi. E incarnare la santità, oggi, in una realtà complessa come la famiglia è davvero un grande dono.

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Mi fermo qui. Però ripensiamo a tutta la santità di Anna Maria, nella sua bellezza, applicandola come ideale, come profezia, come esortazione, come provocazione, per l’impegno che tutti noi abbiamo perché la famiglia viva, sapendo, come dice Giovanni Paolo II, che il futuro del mondo e della Chiesa passa dalla famiglia; anzi, la formulazione del Concilio è: il bene della persona, della società, della comunità cristiana è essenzialmente legato a una felice situazione della famiglia. Famiglia santa, e il mondo si salva.

(In un secondo tempo riprende il discorso. Inseriamo qui anche questa parte, che completa la riflessione)

Desidero fare una sottolineatura che ritengo molto importante. Voi sapete che oggi, nella Chiesa, è molto sentito il dramma della famiglia. La crisi della famiglia è crisi dell’uomo. La famiglia ha il potere di costruire o distruggere l’uomo. Ogni figlio che nasce è figlio di Dio, certo, ma è figlio della sua famiglia, e ogni figlio che nasce senza famiglia è un figlio che nasce con poca identità di se stesso, con poco percorso educativo, con carenti sussidi dal punto di vista della presa di coscienza della propria identità, della propria vocazione. La crisi del mondo giovanile oggi è molto legata alla crisi familiare.

Allora, io ritengo che dovremmo legare la figura di Anna Maria certamente al messaggio della santità, che oggi è vitale per la Chiesa ed è il futuro del mondo, ma incarnare il tema della santità nelle dinamiche familiari, sia coniugali, sia parentali, sia educative. Tutta la problematica dell’educazione minorile è legata alla famiglia e al sacramento del matrimonio, che santifica l’amore coniugale e fa dell’amore coniugale – che ha già in sé le coordinate essenziali dello sviluppo della personalità – la condizione e l’ambito che rendono il rapporto educativo un rapporto evangelizzante. Ed è il sacramento del matrimonio che deputa e valorizza il fatto dell’educare in senso evangelizzante.

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Allora, siccome ci sono, nell’esperienza di Anna Maria e di Paolo, delle grosse sottolineature da questo punto di vista, mi permetto di dire: evidenziamole il più possibile; leghiamo la santità di Anna Maria molto anche a una esemplificazione di tipo educativo, di tipo coniugale, di testimonianza familiare. Credo che se facessimo una cosa del genere faremmo un grosso servizio, oggi, alla Chiesa, che è fortemente preoccupata e occupata nell’evangelizzazione della famiglia. Qui abbiamo delle testimonianze concrete: evidenziamole.