Don Stanislao Brivio e don Angelo Bozzi

Don Stanislao BrivioŸDon Stanislao Brivio [nella foto a sinistra, ndr], che era stato parroco di un paese vicino e ci aveva dato la sua amicizia, ricambiata con affetto da tutta la nostra famiglia, il 20 ottobre 1990 ci scrisse di Anna Maria così:

«Dio Padre si rivela nei suoi santi: anche in lei l’abbiamo visto! Il suo sorriso entrava nel cuore, quando la incontravamo in chiesa, in casa, in una sala di conferenze… Era ed è il vangelo scritto, vivo, attuale. La sua parola era parola rivelata; voleva e tendeva al bene della persona, per realizzare e far realizzare in lei e negli altri il disegno d’amore di Dio. Seminava speranza, con discrezione e disinteresse assoluti. […] Quando la incontravi, il suo saluto era affettuoso, rispettoso, e i suoi occhi dolci e sorridenti ti avvolgevano il cuore […].

Puntava deliberatamente a quanto vi è di meglio in ciascuno, e così ti raggiungeva in quell’angolino di cielo azzurro che ciascuno porta in sé. In molti Gesù è paralizzato e misconosciuto… e lei si chinava come il buon samaritano, su uno, su due, su tre e la sua casa diveniva una locanda aperta e accogliente […].

Incontrarla era una gioia, come un’alba sempre nuova; era un invito a salire sempre più in alto dove l’aria è pura; era una benedizione che scendeva su tutta la persona e nel cuore dove la SS. Trinità ha posto la sua tenda. Fedele a Dio come una sposa e una madre […] Ebbe una vita di intensa preghiera, fecondata dai sacramenti e irrorata da una presenza profonda e intima con Dio, luce e forza, premio e gaudio. Era cosciente che la santità trovava il suo terreno propizio nella famiglia e nel matrimonio santo, fecondo e aperto anche agli ultimi. […]

Ricordo una sera a cena: la povertà avvolgeva ogni cosa e la fraternità dava sapore a ogni vivanda. Ognuno il suo lavoro e il suo dono, gradito e buono. Il dialogo penetrava nei cuori e illuminava anche i fatti del giorno più umili: tutti raccontavano, anche la nonna, e tutti godevano della gioia partecipata. I problemi della scuola, della casa e della fede, messi su quella tavola accogliente, divenivano familiari e risolvibili. E poi la preghiera insieme e spontanea, la buona notte, il bacio del perdono e l’avvio nel silenzio riposante. […]

Signore Gesù, grazie di avercela donata! Ora è nelle tue mani, bella come un fiore e turgida come un grappolo d’uva pronto per diventare tuo sangue, nostra vita. La scintilla è divenuta fiamma e arde nel nostro cuore, calda e luminosa. A tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata, dona la tua pace e la sua serenità. Ora conosciamo il segreto del suo nome: Anna = colei che fa il bene; Maria = amata da Dio e da tutti noi».

 

don-angelo-bozziŸ«L’aspetto della personalità di Anna Maria che più mi è rimasto impresso, dopo quasi dieci anni di lontananza, mi pare si possa racchiudere nel suo sorriso. Era un sorriso luminoso, raggiante, vivissimo e calmo nello stesso tempo, rassicurante e incoraggiante, e soprattutto costante, abituale. Anna Maria sorrideva sempre. […] E oltre al sorriso c’era naturalmente la parola, l’amorevolezza, l’attenzione alle persone, il rispetto per gli altri […]. Non ricordo che la sua presenza abbia mai fatto problema per nessuno: ricordo invece quante volte ha rasserenato, chiarito, messo ordine, messo pace, messo gioia. Penso che non sia fuori luogo citare: “Beati gli operatori di pace”(Mt 5, 9)».

(don Angelo Bozzi, Consigliere END, 1991)