Ventisettesimo anniversario della scomparsa di Anna Maria

Sabato 1 aprile 2017 ci siamo ritrovati per ricordare l’anniversario della scomparsa di Anna Maria.

Dopo ventisette anni siamo tornati nella parrocchiale di San Lorenzo a Villa Romanò per la santa messa concelebrata dal parroco don Costante e da don Alberto Mandelli.

Dopo la messa, chi ha potuto fermarsi ha partecipato ad un intenso incontro di riflessioni e ricordi, coordinato da Miriam e introdotto da una bella meditazione di don Alberto che ha centrato le sue parole sul tema della croce. Vediamo insieme la traccia del suo intervento e ascoltiamo direttamente le sue parole:

Don Alberto Mandelli

ANNA MARIA, UNA BELLA DISCEPOLA DI GESÙ

Chi non prende ogni giorno la sua croce

chi non l’abbraccia,

chi non se la carica sulle spalle, chi non mi viene dietro portandosela in letizia e semplicità di cuore, non può essere mio discepolo. (cfr. Luca 9.23)

La Croce è carne crocifissa:

non carne svilita o disprezzata

ma carne riportata sotto la signoria dello spirito:

non più la carne canne le sue voglie e vogliuzze che soffoca lo spirito

ma lo spirito che signoreggia la carne…

La Croce è orgoglio inchiodato:

non personalità svilita o complessata che stravolge lo spirito

ma l’io riportato sotto la signoria dello spirito:

non più l’io coi suoi diritti e prete che stravolgono lo spirito

ma lo spirito che signoreggia l’orgoglio.

carne crocifissa, trionfo dello spirito di sacrificio,

orgoglio inchiodato, trionfo dell’umiltà,

liberazione dello Spirito,

come le rondini a primavera

che ebbre di luce di sole,

di vento sfrecciano nel cielo limpido

lanciando nell’aria trasparente e pura i loro gridi di gioia…

simili all’anima che passando per il Venerdì santo

è giunta al mattino radioso di Pasqua…

risorta col Cristo!… trasformata nell’amore!.

 

Dopo la meditazione di don Alberto, Miriam ha coinvolto i presenti nella lettura delle parole di Anna Maria tratti dall’opuscolo “Colloquio continuo con Gesù” e dal libro biografico intitolato “Altri impegni a servizio della Chiesa”. Ve li proponiamo di seguito, per condividere questi ricordi anche con chi non ha potuto partecipare:

Sul tema dell’umiltà:

(Autunno 1972, dopo aver meditato Mt 16, 24 – “Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”)

Signore, dammi sempre la volontà di cercarti, di seguirti, di camminare sulla strada che Tu hai tracciato: Tu sei la via, la verità, la vita.

 

(Propositi)

– Non essere attaccata alle mie idee.

– Seguire i consigli di Paolo, che vede il mio bene.

– Non lasciarmi prendere dall’ansia.

– Controllare i miei nervi, le mie parole; tacere ed ascoltare di più.

Signore, aiutami a chiedere scusa castigando il mio orgoglio.

(Anno 1974, dopo aver meditato la parabola del fariseo e del pubblicano: Lc 18, 9-14):

Signore, dammi un cuore puro e semplice come quello di un fanciullo, come quello di un bambino che nel prossimo non sa vedere il male, che lo ama così com’è, che fa partecipe l’altro delle sue piccole gioie …..

Signore, aiutami ad essere umile, soprattutto nei confronti di Mammina e di Paolo, nei confronti degli altri parrocchiani; aiutami a riconoscere i miei sbagli e a migliorarmi.

(Estate 1975, dopo aver meditato Mt 10, 5-42, in particolare il versetto 8: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”)

Signore, molto spesso io faccio pesare ciò che do, faccio notare il tempo che il dare mi ha portato via, non do con gioia. Spesso aspetto gratitudine dopo aver dato, e quando non c’è mi dispiace. Signore, voglio mettere in pratica la tua parola: dare gratuitamente (senza aspettare ricompensa, senza contare, con gioia sempre).

 

Sul tema del sacrificio:

(1972, dopo aver meditato 1 Ts 5,2: “Come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore”):

Se per me venisse ora il giorno del Signore, come sarei? ….. Devo farmi dei meriti, facendo sacrifici di autocontrollo, cercando di essere dolce e gentile, senza affannarmi per le cose quotidiane. Mi sentirò così più unita a Te già in questa vita; la vita mia e della mia famiglia sarà più felice, e sarà un anticipo della gioia del Paradiso. Grazie, o Signore, per la tua Parola, che è fonte di vita per me.

 

(4 aprile 1975, dopo aver meditato Mt 5, 13: “Voi siete il sale della terra. Ma se il sale perde il sapore ….”):

Con un comportamento pieno di amore e carità, io posso dare la felicità a tutta la nostra famiglia; e dare la felicità significa anche far regnare la grazia, che è gioia. Con la nonna, posso interessarmi di più della sua salute, dei suoi passatempi, delle sue passeggiate; pòosso far sì ceh le bambine si interessino a lei, le facciano compagnia e le raccontino le loro cose |…..|. Con le bambine posso essere più gentile per dare loro una migliore idea di quanto sia ancora più grande l’amore di Dio; posso essere  più allegra affinché anche loro lo siano |…..|. Con Paolo devo essere più gentile, |…..| più interessata al suo lavoro e alle sue attività, più affettuosa. In generale, per tutti in casa, devo pensare più alle persone che alle cose.

Sul tema della libertà del cuore:

(Autunno 1971, dopo aver meditato Isaia 43, 11: “Io, io sono il Signore, fuori di me non esiste un Salvatore”):

So che Tu sei la vera felicità; sei Tu che ci liberi dall’angoscia, dalla noia della vita. E non che io viva triste e rassegnata nella speranza della gioa del Paradiso, perché come Ti trovo sento già gioia, sono già felice. Ricordo alcuni momenti spirituali molto belli |…..| momenti di gioia intensa, momenti in cui Tu eri vivo nell’anima. Però spesso ci lasciamo distrarre nel mirare a questo: ci distraggono la vita affannosa, l’ansia del lavoro, del guadagno, la cura dei beni materiali, la cura della casa, del vestito, del cibo, dello studio, del corpo. Cose tutte belle e giuste, ma che, fatte con esagerazione, sembrano diventare il fine e non il mezzo per trovare la Tua grazia. ……

 

(Autunno 1973, dopo aver meditato 1 Gv 1, 5-7: “Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre! ….. Ma se viviamo nella luce, come Egli stesso è nella luce, noi siamo in comunione scambievolmente gli uni cogli altri …..”):

E’ bello, è vero, lo constato molte volte. Eppure spesso mi lascio trascinare dall’ansia, dal molto lavoro; dormo poco e quando sono stanca i nervi cedono, e diventa più difficile dimensionare tutto nella Tua luce. Se sto nella Tua luce, che poi é grazia, che é gioia, tutta la vita é più felice, per me e per quelli che mi circondano (comunione). Signore, dammi l’abbondanza del tuo Spirito perché io possa sempre stare nella Tua luce.

 

(Circa 1974, dopo aver meditato sulla conversione di S. Paolo, in particolare At 9, 21-22: “Tutti quelli che lo ascoltavano ne erano meravigliati, e si domandavano: “Ma non é lui che in Gerusalemme era lo sterminio di coloro che invocavano questo nome (di Gesù)? …..):

Tutti ci possiamo convertire e possiamo cambiar vita. Non giudichiamoci mai irrecuperabili e non giudichiamo mai gli altri irrecuperabili, perché le vie del Signore sono infinite. Se qualcuno mi pare irrecuperabile, direi di pregare molto per lui.