Ciao, Paolo

 

Ci hai lasciato in silenzio, te ne sei andato in punta di piedi quasi a non voler disturbare, salutato dai tuoi familiari e dagli amici più legati a te e ad Anna Maria.

Ci avevi detto che vivevi la tua vedovanza come un nuovo fidanzamento, nell’attesa di poter vivere nuovamente, e stavolta per sempre, in comunione profonda con la tua Anna Maria. Ora ci sei riuscito, l’hai finalmente raggiunta e la vostra gioia non può essere più grande. Sei andato da lei lasciando a noi i tuoi insegnamenti, la tua grande forza di volontà, il tuo spenderti nel ricordo della tua amata sposa, il tuo instancabile percorrere tutta la Penisola per testimoniare il vostro grande amore. Hai saputo stimolarci a seguire l’esempio della tua incrollabile fede.

Abbiamo visto te e Anna Maria andare contro corrente per sostenere le vostre idee, abbiamo seguito il vostro impegno nel Movimento delle Equipe Notre Dame, nel mondo della scuola, nella parrocchia. Lo avete testimoniato nelle piccole e nelle grandi cose, camminando, mano nella mano, anche di fronte alle difficoltà. Anche noi siamo cresciuti condividendo con voi e con tanti amici la ricchezza delle END e la carica che ne deriva a chi ne fa parte.
La centralità della vostra fede si intrecciava con la profonda convinzione dell’importanza della famiglia e, in particolare, dell’essere coppia cristiana. Il rapporto paritetico tra marito e moglie, sulle intuizioni di Padre Caffarel, ha anticipato in voi ogni rivendicazione laica. Ricorderemo sempre un incontro del Settore Brianza delle END a Lecco, nel salone Paolo VI sotto la basilica. Era la fine degli anni ’70 e tu ti alzasti dicendo, con la tua consueta decisione: “È ora di finirla di pensare che la puzza della cacca dei bambini sia buona solo per il naso delle mamme!”

Con voi abbiamo imparato a non sprecare il nostro tempo: parlare con te e Anna Maria era sempre arricchente e profondo, dagli incontri con voi uscivamo con la scoperta di nuove sfaccettature della vita familiare che, pur nella specificità e unicità di ciascuna coppia, ci portavano stimoli nuovi per il nostro cammino. Anche i nostri figli, allora adolescenti e bambini, ricordano spesso la tua arguzia e la tua energia nell’esprimere le tue, le nostre convinzioni.

 

Don Alessandro ha scelto per la tua ultima messa le parole migliori per sintetizzare la tua vita:
– Quelle di San Paolo (è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede – 2 Timoteo, 4:7).
– Quelle del Signore (Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi… Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me – Vangelo di Giovanni, cap. 14).

E ha aggiunto la preghiera che tu e Anna Maria avevate scritto con il vostro amore. Quell’amore che avete diffuso intorno a voi, prima fisicamente insieme, poi sempre uniti nel cuore. Pubblichiamo qui di seguito le letture della S. Messa e la bella riflessione della sua omelia.

 

Villa Romanò (Inverigo) – 27 maggio 2022

FUNERALI del CARISSIMO
PAOLO MARCHISIO

S. Messa concelebrata da don Alessandro Alberti, don Angelo Riva, don Luigi Giussani

PRIMA LETTURA

Dalla Seconda Lettera di San Paolo apostolo a Timoteo (2Tm 4,1-8)
Figlio mio, ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero. Io, infatti, sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 22)

R. Tu sei con me, Signore: non temo alcun male.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome. R.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro mi dànno sicurezza. R.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca. R.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. R.

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,31-35.37-39)
Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. lo sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
Parola di Dio.

VANGELO

Alleluia, alleluia.
Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. (1 Pietro 3,15)
Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (14, 1-6)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Parola del Signore

OMELIA (don Alessandro Alberti)

In questo momento di dolore per il distacco terreno dal nostro caro Paolo, cerchiamo e troviamo luce nella fede pasquale in Gesù crocifisso e risorto, che ha vinto la morte e che è “la via, la verità e la vita che ci conduce al Padre”, come ci ha ricordato il vangelo di oggi. Invochiamo lo Spirito Santo Paraclito, il Consolatore perché ci doni, anche in questa Eucaristia, la certezza della presenza di Dio e di tutta la sua tenerezza e misericordia.

Anche la Parola di Dio scelta per questa liturgia funebre ci aiuta molto; ci infonde serenità, coraggio e speranza nel cammino della vita e ci permette di ben ricordare Paolo e di affidarlo all’abbraccio misericordioso del Padre. Ho scelto, oltre al bellissimo brano del vangelo di Giovanni e al magnifico Salmo 22, due passaggi dell’apostolo san Paolo – patrono del nostro Paolo! – che ci dicono la fede forte e appassionata di entrambi, con quella certezza corallina del cuore che “Cristo Signore, Buon Pastore e giudice giusto” ci accompagna lungo tutto il cammino dell’esistenza e che, vinta la morte, un giorno donerà “la corona di giustizia a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione”.

Chiedo però aiuto a Paolo stesso e alle sue parole che ci permettono di comprendere ancora più a fondo ciò che la fede cristiana ci assicura e che la Parola di Dio ci ha oggi, ancora una volta, ricordato; un anno dopo la morte di Anna Maria, Paolo manifestava in una lettera l’intenzione di raccogliere testimonianze sulla luminosa vita della sua amata sposa, morta così improvvisamente. Così scriveva il 24 marzo 1991: “Era la Domenica delle Palme, come oggi, quando iniziò l’agonia di Anna Maria: quaranta ore di sofferenze che chiusero una vita terrena felice. Un anno fa. Mi trovai, così, improvvisamente vedovo: privato come il resto della famiglia, di una presenza fino allora essenziale alla pienezza della nostra gioia. Ma non ci fu mai nemmeno un istante di disperazione, grazie a Dio, perché la sua provvida bontà non permise che venisse meno in noi la consapevolezza che il nostro fine ultimo, la nostra vera ed unica predestinazione è il paradiso. Il dolore del distacco è stato grande, a tratti anche lacerante, ed è un dolore che dura, ma non annulla il senso di pace e di serenità che viviamo. Anna Maria è presente anche ora, in modo invisibile e non per questo meno vero e benefico: la forza della sua preghiera continua a essere aiuto e guida alla nostra vita. L’amore profondo che ci ha uniti in ventotto anni di matrimonio non si è affievolito; anzi, è cresciuto e si è fatto più saldo e radioso, perché Annamaria vive ormai della stessa vita di Dio, che è l’amore in persona”.

Mi sembrano davvero illuminate e illuminanti queste parole di Paolo; Gesù, nel passo evangelico che abbiamo ascoltato, sa che il nostro cuore è turbato dalla realtà misteriosa della morte e dal distacco dalle persone che amiamo, ma ci invita ad avere fede in lui che solo ha vinto la morte e ci assicura il nostro posto nel cuore di Dio, in Paradiso. Paolo alcuni anni dopo, nel 2000 darà alla stampa il suo stupendo libro “Anna Maria, la gioia di una vita”.

Al capitolo nono troviamo un suo passaggio molto bello che ci aiuta ancora molto bene nella riflessione: “Il 28 agosto 1971 ci trasferimmo nella casa di Via Piave 16, nella frazione di Villa Romanò: sempre comune di Inverigo, ma parrocchia san Lorenzo. Fu l’ultimo trasloco per Anna Maria; e la nostra casa, che con l’aiuto dei nonni ci eravamo costruiti tra i prati e in vista di monti e colline, fu quella in cui la nostra famiglia crebbe ulteriormente di numero dei suoi membri e visse più a lungo, dove le bambine divennero giovani donne, dove Anna Maria espresse in modo compiuto tutta la ricchezza e la forza della sua anima, e dove morì. La nostra casa, quella in cui ancora vivo, è la casa del nostro amore più completo e maturo, più profondo e più forte. Ogni angolo di giardino, ogni parete mi parlano di lei viva, e viva la sento nella mia stessa vita di ogni giorno. Basterebbe quella presenza, per dirmi la certezza dell’Aldilà e della bontà di Dio”.

Davvero bella questa testimonianza e ci riporta ancora al vangelo, dove Gesù dice che va a prepararci un posto, una dimora presso il Padre. Certamente il Signore parla del Paradiso che è la meta ultima del cammino di chi spera in Lui e che ci sarà donato, se non per merito sicuramente per dono della sua immensa misericordia! Ma Gesù parla sicuramente anche di quella casa, unica e irripetibile, che ciascuno di noi ha la grazia di vivere su questa terra, quel posto che dall’eternità ha pensato per ciascuno di noi.

Vogliamo oggi ringraziare Dio per il posto che Paolo ha occupato e ha onorato in questo mondo nella sua lunga esistenza e per il dono che è stato per tutte le persone che ha incontrato.

La vita di Paolo è stata un dono che si è fatto dono; ha preso sul serio l’invito del fondatore degli scouts Robert Baden Powell: “Gioca, non stare a guardare” e “Gioca nella squadra di Dio!”. Paolo ha giocato al meglio la sua esistenza ed ha giocato proprio nella squadra di Dio perché ha vissuto nell’amore. Così la sua ormai prossima sposa Anna Maria gli scriveva pochi mesi prima del loro matrimonio: “Mio carissimo Paolo, (…) sono felice perché ho te, il cui amore riempie il mio cuore, perché so che procediamo bene e che desideriamo entrambi camminare sempre nella via del Signore. L’amore è una cosa meravigliosa, che da senso alla vita, che fa vivere; però che cosa sarebbe mai esso senza la pace dell’anima? So e mi rendo sempre più conto che questa pace è una continua conquista, sulla quale non si può mai riposare, perché altrimenti la si perde; ma vale talmente la pena di lottare per ottenerla! E sono certa che uniremo sempre i nostri sforzi per raggiungerla.” (12 dicembre 1961).

Paolo ha vissuto l’amore soprattutto nella famiglia. Salutiamo e abbracciamo le figlie qui presenti Costanza ed Elisabetta con Davide e i loro ragazzi Anna Chiara, Elena e Gabriele. Non hanno potuto per forze maggiori essere presenti – ma sono con noi nella preghiera e le ricordiamo con grande affetto – Cristiana e poi Antonella e Ignazia e tutti gli altri nipoti.

Paolo ha vissuto a pieno la bellezza dell’amore matrimoniale che è stato per lui davvero sacramento dell’Amore di Cristo, strada di santità ed anche la sorgente per allargare sempre più la famiglia nell’accoglienza di tutti. E poi quanto bene concreto, umile e gioioso è uscito dalla famiglia Marchisio! Anch’io ne ho beneficiato per lunghi anni e, essere stato figlioccio di cresima del signor Paolo, è stato sempre per me, oltre che una vera gioia, un grande onore.

Paolo ha creduto e ha vissuto, come diceva il santo papa Giovanni Paolo II, “il Vangelo della famiglia”; fu tra i primi in Lombardia, già agli inizi degli anni Settanta, ad aderire e a diffondere la spiritualità coniugale dell’Equipe Notre Dame e mi sembrano molto calzanti, nel suo ricordo, le parole del fondatore padre Henri Caffarel (1903-1996): “Il matrimonio è opera di Dio e ne è il capolavoro. Il matrimonio ha un’anima che è l’amore; dimenticare l’amore significa condannare il matrimonio. Uomini e donne non possono essere fedeli all’amore senza l’aiuto di Cristo; ecco perché Cristo ha inventato il sacramento del matrimonio.”

Nella Lettera ai Romani San Paolo ci ha ben richiamato: “Chi ci separerà dall’amore di Dio? … nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.” e dirà sant’Agostino qualche secolo dopo: “La morte non può separare ciò che l’amore ha unito” («Ne mors dissociet quos sociavit amor»). Ed è proprio vero!

Certo la lunga e feconda vita terrena di Paolo è conclusa e lo affidiamo alla misericordia di Dio perché accolga il bene che hai fatto e perdoni anche tutti i tuoi peccati. Ma sappiamo bene che, per noi cristiani che crediamo nell’amore crocifisso e risorto di Cristo, la realtà dolorosa della morte non decreta la fine, ma il compimento e il passaggio alla vita piena, al Paradiso. Il nostro Paolo e tutti i nostri cari defunti non sono finiti, ma sono vivi in Dio e li possiamo ancora sentire vicini e un giorno li ritroveremo.
Concludo questa mia riflessione con ancora due frasi di Baden Powell, molto conosciute nel mondo scout e non solo: e “Vi terrete sempre pronti, in spirito e corpo, per compiere il vostro dovere.” e “Procurate di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo avete trovato”.

Grazie carissimo Paolo e, lasciandoti andare, ti diciamo: “Missione compiuta!”. Hai reso migliore questo mondo e – ne siamo certi – ti sei fatto trovare preparato anche all’incontro definitivo con quel Dio che hai sempre cercato, creduto e amato. Ti pensiamo, assieme alla tua amata Anna Maria e a tutti i tuoi cari, nell’abbraccio eterno dell’amore del Padre.
Ti diciamo “a-Dio” e, riprendendo con gioia e speranza il cammino della vita, “arrivederci” un giorno in Cielo! Così sia.

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Don Alessandro ha quindi letto la PREGHIERA DEGLI SPOSI, scritta da loro stessi, che Paolo e Anna Maria recitavano quotidianamente.
Riascoltiamola insieme, dalla viva voce di Paolo che la registrò proprio per il sito dedicato ad Anna Maria (segue il testo scritto):

La preghiera degli sposi

* PREGHIERA DEGLI SPOSI (di Paolo e Anna Maria)

Fa’, o Signore, che il nostro amore sia puro, completo e costante nella tua grazia; rendi la nostra anima forte e mostraci il disegno della tua volontà affinché possiamo percorrere uniti la nostra Strada fino a Te senza perderci nelle lusinghe del tempo e delle cose.
Serviti anche di noi, Ti preghiamo, per continuare la tua opera di creazione e benedici la nostra famiglia con i doni della bontà, della salute e dell’intelligenza; fa’ che la gratitudine a Te ci sproni tutti e sempre ad amare e servire il prossimo nostro per amor tuo senza pretendere amore o chiedere servizio. 
Fa’ che sappiamo vivere in semplicità, schiettezza ed operosità affinché nessuna giornata vada perduta.
Concedici gioie e dolori proporzionati alle nostre forze e nel nostro compito di educatori, guidaci con la tua luce di verità, di giustizia e d’amore.
E il giorno della morte ci trovi preparati a godere in paradiso i frutti della tua redenzione e il premio di questa nostra vita, che anche oggi Ti offriamo perché Tu la faccia santa e ci benedica. Così sia.

 

Al termine della S. Messa, ricordando il gesto di Paolo alle esequie di Anna Maria, Mons. Angelo Riva ha intonato il Magnificat, la preghiera che gli equipier recitano ogni giorno in coppia

Magnificat anima mea Dominum

 

Grazie Paolo. Ora tu e Anna Maria vivete per sempre nella pace e nella vera gioia, ma resterete per sempre nei nostri cuori.
A Dio.

R&B