Il trentesimo anniversario

Riconoscere la presenza del Signore Risorto nel momento dell’estrema fatica

 

Il ricordo di Anna Maria si è fatto più vivo e significativo lo scorso 9 aprile 2020: ricorreva infatti il trentesimo anniversario della sua scomparsa e purtroppo, a causa dell’emergenza per la pandemia del Covid-19, non è stato possibile ritrovarci insieme in chiesa o recarci al cimitero a pregare sulla sua tomba.
Tutto era pronto per farlo già da gennaio ma l’improvviso e inatteso lockdown che ci ha bloccati nelle nostre case ci ha costretto a vivere separatamente i momenti che avevamo pensato per lei: l’ormai consueta Santa Messa a Villa Romanò, che quest’anno era stata fissata per il del 18 aprile, e una S. Messa particolare, celebrata da Mons. Angelo Riva, consigliere spirituale End e direttore editoriale de “Il Settimanale” della diocesi di Como, presso la chiesa del seminario di Como (http://www.diocesidicomo.it/istituto-diocesano-sostentamento-clero/) il pomeriggio del 15 dello stesso mese.
Di questa Santa Messa esiste la video-registrazione pubblicata sul canale Youtube del seminario: ve la proponiamo qui di seguito, dopo aver richiamato le parole che don Angelo, riflettendo sul modo cristiano di convivere con la pandemia, ha dedicato ad Anna Maria durante l’omelia:

“… Riconoscere il Cristo anche nel momento dell’estrema fatica. Facciamolo dire meglio a Romano Guardini, quando dice “la materia della vita rimane la medesima e tuttavia qualcosa cambia”. Non sono parole, sono esperienze. Il fatto che una malattia sia sopportata, che una perdita sia superata, in tutte queste cose le cose si mutano entrando in Cristo. Riconoscere la presenza del Risorto anche nella difficoltà.
Trent’anni fa moriva Anna Maria Marchisio, precisamente il 9 di aprile del 1990, e questa donna sicuramente avrebbe molto da dirci in quanto alla capacità di riconoscere la presenza del Signore Risorto dentro le peripezie e i pasticci dell’esistenza. Avrebbe molto, quindi, da insegnarci per questo. E quando fu il giorno del suo funerale, appunto, portata che fu per la sepoltura nel cimitero, a un certo punto il marito Paolo intonò il Magnificat, la preghiera con la quale si concludono sempre tutti gli incontri delle Equipes Notre Dame. Però, capite, il Magnificat non è un canto generico della gioia, “L’anima mia magnifica il Signore”, ma il canto della della gioia che magnifica la presenza di Dio proprio nella fatica, nella difficoltà: è il Dio che ha guardato all’umiltà, alla povertà della sua serva e lì si è mostrato potente, lì fa grandi cose, lì ci tocca, ci bagna con la sua misericordia di generazione in generazione.
Riconoscere la presenza, la compagnia del Signore anche dentro i momenti difficili dell’esistenza…”

Dopo questa condivisione “virtuale”, ci siamo impegnati a ritrovarci insieme per ricordare Anna Maria non appena le condizioni di sicurezza ce lo consentiranno. A presto!