L’intervento di Paolo Marchisio, marito di Anna Maria

Miriam me l’aveva detto: «Poi ti chiameremo, alla fine»; quindi ero preparato a questa situazione che non è neanche tanto normale, perché… sì, ho il cuore gonfio di gioia e di gratitudine, gratitudine per il sorriso di tutti, per l’amore che c’è, che sento circolare tra noi, che magari ci siamo conosciuti quest’oggi: stamattina per la prima volta ci siamo visti; sono grato a tutti quelli che hanno parlato; sono grato, e lo sottolineo, a Miriam e alla nuova Giunta. Vedete: io ho fatto il segretario dell’Associazione per sei anni, due mandati, e poi nuove elezioni hanno fatto segretaria, coordinatrice, praticamente presidente, Miriam. E quando è stato comunicato questo a mons, Ennio Apeciti, che è il responsabile dell’Ufficio per le Cause dei Santi di Milano, don Ennio ha scritto pressa poco così: «E molto importante vedere come andrà l’associazione adesso che non c’è più il “fondatore”»; lui ha usato la parola tra virgolette. Perché? Perché è significativo. Vedete: è un anno e mezzo che io non sono più segretario, e c’è questo convegno, c’è questo canto corale di gioia. Questo è certamente, secondo me, un segno dello Spirito, lo Spirito che lavora, che agisce, che fa faticare tanta gente: quanti hanno lavorato proprio per questo convegno! Io sono l’unico della Giunta senza targhetta. «No, no, tu non c’entri più niente». Io sono grato a don Sergio, sono grato a Teresa, a Lucia, a Maurizio, a Cesare, a don Angelo, a tutti quelli che sono venuti qui con amore a parlarci, con amore e con dottrina. Io non ho la dottrina, però di amore ne ho tanto.

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Paolo con la figlia Elisabetta, settembre 2016

Vorrei dire soltanto pochissime cose. La prima: Romina, la fidanzata venuta qui oggi da Cuneo, ha detto di sentire Anna Maria viva, ecco: ricordo di aver riportato nella biografia un’espressione, mi pare di don Stanislao Brivio, il parroco di Triuggio, che dice: «…era ed è il vangelo vivo…» era ed “è”, ha sottolineato quella presenza ancora attuale. E a proposito del fatto dell’essere vangelo, vangelo vivo, mi viene da ricordare questa frase di S. Francesco de Sales, che dice: «Tra il vangelo e il santo c’è la stessa differenza che c’è tra la musica scritta sul pentagramma e la musica suonata». In questo senso Anna Maria è stata vangelo vivo. Ma non è soltanto Anna Maria; io ne conosco centinaia di santi, e quanti tra di voi!

Ed è proprio questa, secondo me, la spinta che ha portato l’Associazione degli Amici – che ieri si è arricchita del 551° socio, amico, è meglio dire – a fare questa giornata per riflettere sull’esigenza assoluta, improcrastinabile di cantare la bellezza del matrimonio. Cantarla a tutti, perché tutti lo sappiano, perché tutti lo riconoscano quant’è bello vivere il sacramento del matrimonio, vivere l’amore coniugale che viene da Dio: Don Ennio Apeciti, ricordo, in una lettera aveva scritto: «...l’amore è il dono più grande che Dio ha fatto all’umanità...»; parlava dell’amore coniugale, lui, prete.

Secondo me è importante; e se sapeste la gioia che provo io ad andare a parlare di Anna Maria a dieci persone o a cento o a duecento, non ha importanza. Parlare e vedere che c’è comunicazione tra i loro occhi e le mie parole. Io non sono un oratore, ma vi assicuro che ho sempre avuto attenzione, da parte del pubblico. Quelli che non sono dell’Associazione non hanno saputo, per esempio, di una mia recente esperienza; mi hanno chiamato a parlare di Anna Maria in una scuola media inferiore statale. Mi hanno fatto parlare quattro ore: alle prime, poi alle seconde, poi alle terze, e tutti questi ragazzi sono stati attentissimi, una meraviglia Il preside ha esordito così, presentandomi ad ogni gruppo: «Noi parliamo spesso di orientamento allo studio, di orientamento alla professione; bene, l’incontro di stamattina s’inserisce nell’orientamento alla vita, e Paolo vi presenterà una vita riuscita.». Riuscita perché spesa bene, riuscita nonostante la sua durata abbastanza breve: 52 anni; una vita piena… piena.

ancora montagnaEcco: io sono felice; andrei in capo al mondo a parlare di Anna Maria, e, ve l’assicuro, non perché si possa dire: «Guarda, ha fatto il 102° incontro», no, no, ma perché vedo che dà gioia, Romina l’ha detto: mi ha sentito parlare di Anna Maria a Cuneo – incontro che ricordo tra i più belli, perché preceduto da un’ora di adorazione, perché animato da gente preparata – e dopo qualche giorno o settimana Romina mi ha telefonato (spero di non rivelare un segreto) mi ha telefonato per dirmi: «Grazie, perché l’esempio di Anna Maria mi ha dato coraggio ad affrontare la vita in prospettiva matrimoniale». E sapeste quante persone lo scrivono, ce lo dicono.

Ecco, io ringrazio soprattutto il Signore. Però chiedo a ciascuno di voi, ma veramente ve lo chiedo col cuore: datevi da fare, affinché si moltiplichino le occasioni d’incontro, di presentazione di Anna Maria, senza l’esigenza di avere grandi uditori; anche pochi, ma che abbiano la possibilità di conoscere Anna Maria, di conoscere questo esempio limpido di vita, possibile da imitare. Ricordo il mio incontro con don Divo Barsotti, fondatore della Comunità dei Figli di Dio. Alcuni membri della Comunità mi avevano chiamato a presentare Anna Maria a Milano, a Roma, a Biella, e un giorno hanno avuto l’amabilità grande – e io ho molta gratitudine per loro – di farmi conoscere questo sant’uomo e mi hanno lasciato solo con lui ed io per venti minuti ho raccontato qualcosa (loro gli avevano già presentato Anna Maria, ma io gli ho detto dal vivo le mie esperienze di vita con lei). E quest’uomo –90 e più anni, mi pare che avesse, ma una grande lucidità – mi ha detto: «Se è come lei dice» (bella questa chiarezza dei rapporti tra le persone) «Se è come lei dice, l’esempio di Anna Maria è proprio quello che occorre alla Chiesa, oggi. Perché vede: le manifestazioni di santità come quella di Gianna Beretta Molla, il Signore non le chiede a tutti (nell’estremo della vita, perché tutta la vita di Gianna è stata santa, ma quello che vede la società è soprattutto il sacrificio della vita per dare la vita a un figlio) ma chiede a tutti gli sposi di vivere santamente il loro matrimonio »… con una fede cocciuta, con un amore grande, con quel bacio che ricordava anche don Angelo stamattina, bacio dato tutti i giorni per ventotto anni di seguito, col quale diceva: «Anche oggi ti ho scelto, anche oggi ti amo, anche oggi voglio camminare con te nella luce dello Spirito». Anna Maria era innamorata dello Spirito Santo. Ecco, io vi chiedo la carità di fare opera di diffusione di questo messaggio, che è un messaggio adatto a tutti, che dà gloria al Signore e che dà tanta felicità. Non l’ha data soltanto a me, l’ha data a molti.