L’intervento di don Silvano Caccia

Don Silvano Caccia, responsabile del Servizio per la pastorale familiare della diocesi di Milano.

La prima parola è un grazie per questo momento, per questa giornata, che mi pare sia stata pensata (a marzo – aprile 2006, ndr) quando non eravamo ancora, come diocesi, dentro il triennio del cammino pastorale dedicato alla famiglia; una giornata che in un certo senso, quindi, esprime anche con questa particolarità una modalità di dono, che non è stato costruito dentro un calendario, ma che si rivela con quella ricchezza di “tempo opportuno, tempo favorevole” che don Angelo ricordava stamattina nella sua relazione. Ecco, mi pare che questo sia un momento opportuno e favorevole di grazia offerto alla Chiesa diocesana e mi sembra che esprima molto bene la sintonia con cui anche il Cardinale in questo primo anno invitava le comunità parrocchiali a mettersi in ascolto del vangelo che viene vissuto tra le pareti di casa.

Don Silvano Caccia presiede una funzione ecclesiale
Don Silvano Caccia presiede una funzione ecclesiale

C’è un vangelo, potremmo dire, eucaristico: un vangelo della liturgia della Parola, che è quello che anche le famiglie, come tutti i cristiani, ascoltano per poterlo vivere nell’assemblea eucaristica domenicale; ma poi c’è un vangelo feriale, che viene appunto scritto dentro la vita di tutti i giorni. Il Cardinale ha anche alcuni cenni molto belli, in cui dice che a volte le parole di questo vangelo sono scritte un po’ così, perché la vita di tutti i giorni non consente di più, ma altre volte i caratteri di questo vangelo sono luminosi; però di vangelo sempre si tratta. E quindi nell’avviare questo cammino di tre anni, mi sembra che, prima di domandarlo alla società, il Cardinale lo domandi alla Chiesa, che si metta in ascolto del vangelo delle famiglie; e questo mi sembra che sia, dal punto di vista di indicazione pastorale, qualche cosa che innanzitutto chiede di poter riascoltare la parola del vangelo ma all’interno della comunità, perché la nuova evangelizzazione, prima di viverla fuori, mi sembra che siamo chiamati a viverla internamente alla comunità. Perché, se il vangelo sembra parola stantia per noi che ci diciamo cristiani dentro le comunità, non so con quale coraggio possiamo portarlo e annunciarlo fuori, a quelli che diciamo “lontani”.

Ora, mi sembra che il momento di questa giornata, e l’aver messo dentro il cammino del popolo di Dio che un vangelo tra le pareti di casa è possibile viverlo, non come si diceva “perché si è stati fortunati” – perché stamattina abbiamo visto da che cammino viene fuori poi una vita di vangelo, che è sempre di grazia – ecco, dire che tutto questo è fattibile anche dentro le condizioni di oggi, mi pare che sia un’indicazione estremamente preziosa, perché la chiamata alla santità non è la chiamata dei superuomini, delle superdonne, delle supercoppie o delle superfamiglie. Quindi questo mi pare che sia un contributo molto grande, molto prezioso, offerto alle nostre comunità e mi pare che anche il momento di oggi possa essere – lo dico soprattutto per quelli che sono della diocesi di Milano – una ricchezza da mettere oggi in comunicazione, in conoscenza, nel cammino di vita delle nostre comunità.

Grazie quindi di questo ed anche della presenza estremamente preziosa che anche la vostra associazione fa all’interno della nostra diocesi.